Ipertensione Arteriosa

PROF. DOTT. FRANCESCO PEVERINI

L’ipertensione arteriosa, nota anche come pressione alta o pressione aumentata del sangue, è una condizione in cui i vasi sanguigni (arteriosi) subiscono un aumento continuo o episodico della pressione, al loro interno.

I valori aumentati di pressione arteriosa che devono allarmare un soggetto, sono quelli tra 120 e 140 per la pressione arteriosa sistolica e tra 80 e 90 per la pressione arteriosa diastolica. Valori più elevati, oltre 160/90 sono chiaramente attribuibili ad ipertensione arteriosa, mentre si parla di crisi ipertensiva se uno o tutti e due questi valori superano 180/110.

Ma cosa significano questi termini ?

Il sangue viene spinto, ogni volta che il cuore batte, in tutto il corpo attraverso i vasi sanguigni (arterie). La pressione sanguigna è quindi la forza con cui il sangue spinge contro le pareti delle arterie. Questa è definita pressione arteriosa sistolica, (detta anche la pressione massima).

Diversa la natura della pressione arteriosa diastolica (la cosiddetta pressione minima). In questo caso essa rappresenta la fatica che il cuore deve affrontare per spingere il sangue in circolo, nel dilatare le arterie al suo passaggio (o in altre parole, la resistenza che le arterie esercitano al suo passaggio). Una pressione diastolica alta significa che il cuore trova maggiore resistenza e deve pertanto esercitare una spinta più importante.

Come si misura la pressione?

Oggi sono disponibili apparecchi che consentono a tutti di misurare la pressione arteriosa. Dai più tradizionali con bracciale e sfigmomanometro (figura 1) a quelli elettronici con bracciale (figura 2) a quelli da polso (figura 3).

I valori vengono espressi in millimetri di mercurio – mmHg – dove mm = millimetri e Hg = mercurio.

Il valore è quindi composto da due numeri. Il primo numero è la pressione sistolica, il secondo è la pressione diastolica. Dopo una misurazione, diremo così che un soggetto ha una pressione, ad esempio, di 130/80 mmHg.

Il rilevamento dell’ipertensione può essere quindi eseguito a casa, da soli, ma un medico saprà aiutare a valutare eventuali rischi o condizioni di rischio associate.

Ipertensione – di cosa si tratta

L’ipertensione è una grave condizione medica e può aumentare il rischio di malattie cardiache, cerebrali, renali e di altro tipo. È nel mondo una delle principali cause di morte precoce e circa 1 uomo su 4 e 1 donna su 5 – ben oltre un miliardo di persone – subiscono questa condizione.

L’importanza dell’ipertensione si fa sentire in modo accentuato nei paesi a basso e medio reddito, dove si trovano due terzi dei casi, in gran parte dovuti all’aumento dei fattori di rischio (vedi dopo) in quelle popolazioni negli ultimi decenni.

L’ipertensione è molto spesso silenziosa e progredisce subdolamente. Molte persone non notano sintomi e spesso non sono consapevoli vi avere un problema in tal senso.

I sintomi più comuni possono includere il mal di testa mattutino, episodi di sangue dal naso, un ritmo cardiaco irregolare, ipereccitabilità, senso di calore al volto, alterazioni della vista e ronzio nelle orecchie. Le forme più gravi di ipertensione invece sono subito molto sospette: possono presentare affaticamento, nausea, vomito, confusione, ansia, dolore toracico e tremori muscolari.

Se non trattata nei modi appropriati, l’ipertensione può causare un progressivo irrigidimento e ispessimento delle pareti delle arterie e di conseguenza una riduzione del flusso di sangue ai vari organi, principalmente cuore, reni, cervello, con progressiva comparsa di problemi cardiaci come dolore toracico persistente (chiamato anche angina), attacchi di cuore, insufficienza cardiaca e battito cardiaco irregolare. Ma anche ischemia cerebrale (transitoria → TIA o definitiva → ictus ischemico) per blocco del flusso di sangue e ossigeno al cervello oppure per danno irreparabile di una arteria cerebrale (ictus emorragico); può inoltre causare importanti danni ai reni e determinare nel tempo insufficienza renale.

I fattori di rischio dell’ipertensione arteriosa

Ridurre i fattori di rischio modificabili è il modo migliore per prevenire l’ipertensione e le malattie associate a cuore, cervello, reni e altri organi. Questi fattori includono in primo luogo una dieta squilibrata e non sana (consumo eccessivo di sale, cibi ricchi di grassi saturi e grassi trans-idrogenati, scarsa assunzione di frutta e verdura), inattività fisica, consumo di tabacco e alcool, sovrappeso o obesità.

E’ necessario menzionare anche altre condizioni controllabili e modificabili che portano ad aumento dei livelli pressori, che una volta diagnosticate e trattate consentono un migliore controllo dell’ipertensione; tra queste ricordiamo il diabete di tipo 2, alcune endocrinopatie, l’ipercolesterolemia, le apnee notturne (OSAS).

Esistono anche fattori di rischio non modificabili, tra cui una storia familiare di ipertensione, età superiore ai 65 anni e malattie concomitanti come il diabete di tipo 1 o le malattie renali.

Evitare l’azione dei fattori di rischio dietetici e comportamentali e controllare quelle condizioni che possono essere modificate, conduce ad un effetto positivo molto rilevante in quei soggetti in cui sono presenti fattori di rischio non modificabili o ereditari.

L’ipertensione, può essere inizialmente gestita anche riducendo e trattando lo stress mentale.

Importante sarà quindi controllare regolarmente la pressione sanguigna e consultare il medico quando i valori sembreranno discostarsi dal normale.

Sarà fondamentale infine, qualora le esigenze cliniche lo richiederanno, assumere correttamente una terapia farmacologica per gestire l’ipertensione arteriosa, controllando contemporaneamente le eventuali altre condizioni mediche favorenti.

La terapia farmacologica prevede l’assunzione di medicine che appartengono a diverse categorie e svolgono ruoli differenti tra loro nel controllo della patologia: diuretici, beta-bloccanti, alfa-litici, calcio-antagonisti, ACE-inibitori, bloccanti del recettore dell’angiotensina, nitroderivati.

 

Ritengo completamente errato iniziare una terapia farmacologica per ipertensione senza aver indagato a fondo sulle cause che hanno determinato l’aumento dei valori pressori e preferisco escludere possibili cause organiche di ipertensione arteriosa con pochi e semplici esami di laboratorio.

Ascoltare spesso frasi in cui il paziente crede che il medico sperimenti un utilizzo dei farmaci che sia empiricamente volto nel tempo “a far quadrare la situazione”, mostra quanto le persone siano poco istruite sulle reali potenzialità delle medicine che vengono prescritte e sul percorso diagnostico che il medico adotta.

Solo dopo una accurata diagnosi (escludendo quindi cause specifiche di insorgenza dell’ipertensione), si potrà giungere alla terapia più adatta per ogni paziente e monitorare così la reale efficacia del trattamento scelto.

 

Come può apparire già molto chiaro, i cambiamenti dello stile di vita agiscono in sinergia con la terapia farmacologica e sono sostanzialmente: perdita di peso (se si è in sovrappeso o obesi), abolire il fumo di tabacco, ridurre il consumo di alcool, regime alimentare sano, riduzione della quantità di sale nella dieta, regolare esercizio fisico. La cessazione dell’uso di tabacco e l’uso dannoso di alcol, nonché i miglioramenti nella dieta e nell’esercizio fisico, possono aiutare anch’essi a ridurre i sintomi e i rischi dell’ipertensione.

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